La Giara - Associazione Il Girasole Arci

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La Giara
Commedia in atto unico di Luigi Pirandello. Direzione artistica e Regia di Salvo Ilardo.

La trama
Don Lolò Zirafa, il protagonista della vicenda, è un proprietario terriero ricco e taccagno, che ovunque vede nemici che vogliono depredarlo della sua roba e che, essendo di carattere piuttosto litigioso, non perde occasione di citare in giudizio i suoi presunti avversari, spendendo una fortuna in liti e facendo spesso perdere la pazienza al suo avvocato che non vede l'ora di toglierselo di torno.
Dopo l'acquisto di una enorme giara per conservare l'olio della nuova raccolta, accade un fatto strano: per ragioni misteriose il grosso recipiente viene ritrovato, da nuovo di zecca, perfettamente spaccato in due, fatto questo che fa montare Zirafa su tutte le furie.
La giara potrà essere riparata solo da Zi' Dima Licasi, un artigiano del posto specializzato nella riparazione di recipienti, che si vanta di avere inventato un suo segreto mastice miracoloso, che appena ha fatto presa nulla riesce a staccare. Ma Don Lolò non si fida ed insiste affinché il conciabrocche renda più sicura la saldatura rafforzandola con dei punti di filo di ferro. Ciò colpisce profondamente l'artigiano nel suo orgoglio: convinto che i suoi meriti siano sottovalutati, egli è infatti sicuro che il suo prodigioso mastice sia più che sufficiente a fare un buon lavoro. Comunque, costretto ad obbedire al padrone ed in preda all'ira, Zi' Dima si mette all'interno della giara per eseguire più comodamente il suo intervento. Si dimentica però che la giara è molto panciuta ma ha un collo molto stretto. Così, terminata la riparazione, resterà bloccato all'interno.
Ne nasce subito una lite: Zi' Dima vuole in ogni caso essere pagato per la perfetta riparazione, e lo Zirafa si dichiara disposto a pagarlo ma vuole essere risarcito per il fatto che per liberarlo bisognerà rompere completamente la giara. Don Lolò infatti decide di pagare il conciabrocche per il suo lavoro, non per senso di giustizia, ma per non essere in torto di fronte alla legge. Zi' Dima non cede e, ricevuto il suo compenso, rifiuta di pagare qualsiasi risarcimento. Non sapendo come risolvere la situazione, don Lolò si rivolge per l'ennesima volta al suo avvocato che gli consiglia di liberare Zi' Dima in qualche modo, altrimenti correrà il rischio di essere accusato di sequestro di persona.
Il parere non riceve affatto l'approvazione dello Zirafa, che ritiene Zi' Dima responsabile di essersi balordamente imprigionato da solo nella giara, che, una volta rotta per liberarlo, non potrà più essere riparata. Il cocciuto conciabrocche, a sua volta, si rifiuta di risarcirlo affermando di essere entrato nella giara proprio per mettere i punti che don Lolò aveva tanto preteso: se si fosse fidato esclusivamente del suo mastice miracoloso, ora avrebbe la sua giara come nuova. Piuttosto che pagare, preferisce restare dentro la giara, dove dice di trovarsi benissimo; e lì infatti passerà tranquillamente e allegramente la notte, fra canti e balli dei contadini ai quali, servendosi proprio del denaro ricevuto da Don Lolò, ha offerto vino e cibarie. In preda alla rabbia, per il danno e la beffa, Don Lolò Zirafa finisce per tirare un poderoso calcio alla giara, che rotolerà andando a rompersi definitivamente contro un albero e Zi' Dima, così involontariamente liberato, avrà partita vinta.
Approfondimento
Tutti i personaggi delle novelle sono riconducibili ad aspetti della psiche di Luigi Pirandello. Egli riesce a trasformare personaggi e situazioni in una sorta di archetipi. Don Lollò è una giara piena di litigiosità, prepotenza, pignoleria, arroganza ed ira. Egli portando il tutto agli estremi limiti, diventa il simbolo, l’emblema della lite. Il “mondo” fra Don Lollò e Zì Dima è vinto da quest’ultimo che, almeno, sa prendere la vita con filosofia ed allegria. Perché la giara si è rotta? Perché i simili si uniscono: Don Lollò ha la mente incrinata e fa acqua da tutte le parti; è un vaso rotto e non può che comprare una “giara” rotta in partenza. Ma c’è di più: l’energia impiegata per riparare la giara viene inghiottita dal recipiente, è persa, non serve a niente. A volte può accadere che una parte della nostra coscienza, la giara acquistata per ultima, si “rompa”, vale a dire non è più in grado di contenere quel che doveva, e succede il finimondo, perché pur avendone la possibilità, non provvediamo a ricomprarne una nuova e perdiamo tempo a riparare quella rotta. Anziché espandere la nostra coscienza per accogliere il nuovo, invece di ricominciare l’Opera daccapo, invece di buttare giù le vecchie mura per edificare le nuove, costruiamo sulle macerie senza rifare fondamenta. Ogni novella rappresenta un divertimento, uno stato d’animo, un documentario, un iter, una teatralità, una morale, un’opera letteraria, ma soprattutto un Silenzio incarnato, un’opera d’arte che come una “giara” contiene frammenti di verità e di vita altrimenti inesprimibili.

Note di Regia...
IL TEATRO D'AUTORE”: La Giara, fresca novella di Luigi Pirandello, in una suggestiva cornice di colori mediterranei e d’intrecci sociali, mette in scena il teatro della vita in una avvincente storia di uomini e di cose…
La Direzione artistica e la Regia sono di Salvo Ilardo.
Le foto dello spettacolo

Il video dello spettacolo a Lascari
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